| Il destino di Dolores
Erano passati oltre quattro mesi da quando Lord Voldemort era stato sconfitto. Hogwarts era stata ricostruita per permettere ai ragazzi di concludere l’anno scolastico e di sostenere gli esami di fine anno e anche quelli dei M.A.G.O. e dei G.U.F.O.
Il ministero stava subendo enormi cambiamenti, a partire dalla nomina del nuovo ministro: Kingsley Shacklebolt, il quale aveva dato subito inizio a una campagna per licenziare e far arrestare tutti coloro che sia dentro che fuori il ministero avessero commesso azioni malvage contro i maghi nati babbani o contro i babbani.
Molti furono coloro che persero il posto di lavoro, che furono arrestati, interrogati e mandati in prigione. Tra queste persone ce n’era una molto popolare e conosciuta in tutto il mondo magico: Dolores Umbridge.
Quel famoso lunedì mattina, Dolores si trovò ad essere trascinata via dal suo ufficio da due enormi Auror. Poco dopo si ritrovò rinchiusa in una sorta di gabbia al centro dell’aula del Wizengamot, il Tribunale dei Maghi. La cosa era davvero molto ironica. Lei, Dolores Umbridge, membro anziano del Wizengamot, che fino a poco tempo prima si sedeva sui gradini di marmo di quel tribunale, ora si trovava ad essere accusata proprio da quello.
“Come vi permettete!!!” iniziò ad urlare “Osate farmi questo? Non sapete chi sono io?”
“Certo che sappiamo chi è lei, Miss Umbrigde” disse una voce che proveniva alle sue spalle.
Dolores notò che tutti i membri del Tribunale si era alzato in piedi, quando si girò, capì il motivo: il nuovo Ministro della Magia era entrato proprio in quel momento.
“Ah, è lei signor Ministro. Ora sarebbe così gentile da dirmi come mai sono qui”
“Ma certamente Miss Umbridge. Lei è stata convocata davanti al Wizengamot perché è stata accusata di aver commesso atti contro i nati babbani… Perché si stupisce? Non avrà creduto che quello che ha fatto in questi mesi passasse inosservato e che non sarebbe stata punita?”
“Ma… Ma… Quello che ho fatto, l’ho fatto solo per il bene del Ministero e del mondo intero” cercò di giustificarsi Dolores
“Davvero?” disse Kingsley in tono scettico “Secondo lei il Ministero voleva perseguitare tutti i nati babbani? E cosa glielo faceva credere?”
“Beh… Io credevo che… Beh…”
A quel punto una donna dai lunghi capelli neri, una dei membri del Wizengamot, si alzò in piedi, srotolò una pergamena e lesse ad alta voce:
“Dolores Umbridge siete accusata ufficialmente di aver commesso atti criminosi contro i Maghi nati da babbani. Il tribunale ritiene che la giusta punizione sia la reclusione ad Azkaban”
A sentire quel nome il viso di Dolores iniziò a dipingersi di un’espressione di terrore.
“No, non potete!!! Azkaban nooooooooo!!! Vi prego, tutto, ma non Azkaban” disse con le lacrime agli occhi.
“E’ il momento di mettere questa proposta ai voti” disse il Ministro della Magia, che nel frattempo si era seduto al posto a lui destinato “Chi è a favore della reclusione di Miss Umbridge ad Azkaban alzi la mano”
Quello che vide Dolores fu una moltitudine di mani alzate. A quanto pareva tutto il Wizengamot era a favore della sua reclusione. Tutti tranne uno. Solo una persona non aveva alzato la mano. Quella persona era il Ministro della Magia. Tutti i membri lo guardarono stupiti, anche la stessa Dolores era stupita da quell’azione
“Com’è possibile che non abbia alzato la mano?” pensò tra sé
Quando Kingsley si accorse che tutti lo guardavano, allontanò la veste dalle spalle, prese fiato e iniziò a spiegare il motivo di quell’atto:
“So che tutti voi pensate che Azkaban sia in destino peggiore che ci possa essere. Ma per una persona come Miss Umbridge c’è una punizione molto peggiore, credetemi. Io propongo invece questa alternativa ad Azkaban, ovvero che a Miss Umbridge venga tolta la bacchetta e che vada a vivere nel mondo babbano. Non potrà mai più avere contatti con il mondo della magia, non potrà praticare la magia.”
Un mormorio iniziò a farsi sentire nell’aula, e un uomo dalla barba bianca si alzò e disse:
“Signor Ministro, non le sembra una punizione troppo dolce?”
“Lei crede signor McNew? Ha mai provato a fare una cosa senza l’utilizzo della bacchetta? Ha mai provato a cucinare un semplice uovo senza l’uso della magia?”
“No, signor Ministro. Non l’ho mai fatto” rispose McNew.
“Beh, allora dovete sapere che per un mago, anche la più semplice delle cose diventa difficile, quasi impossibile da fare, a meno che, naturalmente non utilizzi la bacchetta.”
“Ma come facciamo a sapere che non utilizzerà la magia?” chiese McNew
“Ma diamine, signori!” gridò Kingsley “Siamo maghi, se riusciamo a controllare che i ragazzi sotto i 17 anni non utilizzino la magia, possiamo benissimo farlo anche con una signora… pardon… signorina che non ha neanche la propria bacchetta con sé.”
Ma il mormorio non finì, anzi continuò.
“Ora proporrei di votare di nuovo. Chi è a favore della reclusione ad Azkaban alzi la mano.”
In questa occasione le mani alzate erano si e no una diecina.
“Chi è a favore della mia idea...”
Il resto del Wizengamot alzò la mano, in totale erano 25.
“Bene. Ora Miss Umbridge” disse Kingsley “Spero che le piaccia la casa che le abbiamo scelto, e che si troverà bene nel mondo babbano. Arrivederci. Anzi spero per il suo bene di non incontrarmi di nuovo, specialmente in quest’aula, perché se infrangerà una delle restrizioni che le abbiamo imposto, Azkaban avrà un prigioniero in più"
Dolores era enormemente addolorata. Essere privata della bacchetta magica e dell’uso della magia era un cosa assurda. Voleva gridare che preferiva Azkaban, ma in fondo al suo cuore una vocina le diceva che era molto meglio una vita da babbana che andare ad Azkaban.
Dopo la sentenza alcuni funzionari imposero sulla sua persona alcuni incantesimi che servivano per controllare che non usasse la magia e per vedere sempre dove era. La sua bacchetta fu spezzata e bruciata. Quando vide quella scena Dolores sentì che una parte del suo cuore e della sua vita se n'era andata. Una lacrima le rigò il viso.
Tre ore dopo si trovava davanti una casetta nella campagna dell’Essex, i funzionari del ministero stavano portando in casa tutti i suoi bagagli. Dolores in quell’istante non provava nulla, né tristezza, né ira. Solamente quando i funzionari ebbero finito e se ne andarono Dolores si rese conto che la sua vita era davvero cambiata: non era più il membro anziano del Wizengamot, non era più il Sottosegretario Anziano del Ministero della Magia, ma era una persona comune, una babbana.
Erano passati oltre 40 anni da quando era iniziata la sua vita da babbana. Ma Dolores non si pentiva di quello che aveva fatto in passato. Sapeva che non serviva a niente, anche perché non poteva cambiarlo.
All’inizio le cose erano state dure, non era per niente facile fare tutto senza la magia. Ogni sera arriva stremata a letto e non appena posava la testa sul cuscino si addormentava.
Anche ora si trovava a letto, con la sola differenza che non era notte, ma giorno pieno. Dolores sapeva che ormai il suo tempo stava per finire, sapeva che sarebbe morta di lì a poco. Per fortuna accanto a lei c’erano quelle pochissime persone che le volevano bene, anche quei vicini babbani che all’inizio odiava e con i quali piano piano fece amicizia.
Guardando quelle persone Dolores si sentiva serena, sperava solo che con le sue azioni recenti avesse cancellato una minima parte quello che aveva fatto quando lavorava al Ministero.
Le palpebre erano sempre più pesanti, gli occhi le si chiudevano di continuo. Sapeva bene cosa stava per accadere, ma non ebbe paura, anzi.
Intorno a lei tutto si iniziò a fare scuro. La luce andava man mano sparendo. Il respiro era sempre più debole, fino a quando non si fermò.
I funerali che se seguirono furono fatti nel piccolo paese babbano dove ormai Dolores viveva. Pochi furono coloro che vi parteciparono. La pioggia cadeva debole sulla lapide di marmo rosa, bagnando i petali dei fiori, anch’essi rosa, che vi erano stati deposti. Rosa, come il colore che amava.
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